I nostri supermercati oggi vendono una gamma sempre crescente di “bevande alternative al latte”. Per lo più sono di origine vegetale: avena, cocco, riso, soia, mandorle, nocciole, canapa e persino latte di piselli sono quelli più comuni. Negli ultimi 10 anni il consumo di prodotti lattiero-caseari in Italia è diminuito secondo indagini statistiche di mercato, e lo stesso è avvenuto in altri Paesi europei come Regno Unito, Germania e Francia. Proviamo a mostrare perché il mercato del latte sta cambiando in Europa e come i “latti” alternativi si possono mettere a confronto, a livello nutrizionale, con i latticini tradizionali come il latte e lo yogurt.
Perché il cambiamento dal latte vaccino a quello vegetale?
Da oltre un secolo il latte vaccino viene consigliato ai bambini e ragazzi in età scolare (dai 6 ai 12 anni), ed è considerato un alimento completo di sostentamento nutrizionale. Allora perché negli ultimi dieci anni c’è stato un tale passaggio a latti alternativi? Alcuni dei motivi includono:
- Benessere animale: molti sono preoccupati per il benessere delle mucche da latte allevate per la mungitura. Il settore lattiero-caseario sembra volersi muovere in risposta con programmi di miglioramento del benessere animale, anche se Cibo Serio ha dimostrato nel corso “A lezione di etichetta” che questi miglioramenti sono soltanto simbolici e nelle intenzioni, ma fittizi nella pratica per ora. In aumento anche i “caseifici etici” e la produzione di latte crudo.
- Allergie e intolleranze: le intolleranze al latte, in particolare alla porzione di lattosio e alle sostanze residue che inquinano il latte di mucca, dovute al metodo intensivo di produzione, come pesticidi, antibiotici e residui di altri farmaci tipo i cortisonici e gli antinfiammatori, sono comuni in tutto il mondo, con alcuni gruppi etnici quasi completamente intolleranti al lattosio (thailandesi e cinesi come esempi maggiori).
- Trend a favore dei cibi light e poveri di grassi: durante gli anni ’70 ci fu un trend verso i prodotti a basso contenuto di grassi, con il latte di mucca che riceveva una cattiva nomea sulla stampa per il suo contenuto di grassi saturi.
Il confronto
Prima di tutto esaminiamo i contenuti di proteine.
In 100 ml di latte vaccino ci sono circa 3,6 grammi di proteine. Fondamentalmente, queste proteine contiene tutti gli amminoacidi essenziali che sono vitali per lo sviluppo mentale e fisico dei bambini piccoli e per il mantenimento di uno stato di salute integro per tutta la vita anche in altre fasi della vita come la fase adulta e la terza età. La maggior parte dei latti a base vegetale ha livelli di proteine molto inferiori e non sostituisce quindi il contenuto nutrizionale di proteine del latte animale. Il latte di soia è un’eccezione alla regola, poiché contiene tutti gli amminoacidi essenziali e quasi la stessa quantità di proteine.
In secondo luogo, confrontiamo il contenuto di grassi.
E’ innegabile il fatto che il latte di mucca contiene più grassi saturi di tutte le alternative a base vegetale. Tuttavia, la scienza alla base dei grassi saturi è complessa e in continua evoluzione, quindi più grassi saturi non significa necessariamente una vita malsana e una salute peggiore. Uno studio su larga scala non ha rivelato un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, ictus o cancro in coloro che consumavano latticini. Ha anche rivelato che sebbene alcuni grassi saturi nel latte di mucca possano diventare dannosi per noi, alcuni altri hanno invece un effetto protettivo sul nostro cuore.
Nel frattempo, nel latte di cocco, si pensa che alti livelli di acido laurico di grassi saturi promuovano lo sviluppo e la salute del cervello (l’acido laurico si trova anche nel latte materno). Se togliamo il latte di cocco dal confronto, le alternative a base vegetale hanno livelli molto bassi di grassi saturi, con il latte di riso che non ne contiene praticamente niente. Un altro fattore da tenere presente sono i livelli di carboidrati nel latte di riso (potremmo dire di zuccheri, dato che nel latte di riso gli amidi del chicco di riso si sono ormai trasformati in zuccheri). Il latte di riso contiene circa 3 volte gli zuccheri del latte di mucca e circa 2 volte quello di altri latti vegetali (e stiamo parlando del latte di riso commerciale che è fortemente allungato con acqua tra gli ingredienti, se confrontassimo un latte di riso puro al 100% fatto in casa il contenuto di zuccheri sarebbe 6-7 volte superiore).
Infine esaminiamo il contenuto di calcio e di iodio.
Il latte di mucca è noto per essere associato alla presenza di calcio: e ossa e denti sani sono stati a lungo associati al consumo di latte. Ma le alternative al latte sono paragonabili? Sì, lo sono, perché i produttori tendono a fortificare queste bevande vegetali con l’aggiunta di calcio. Tuttavia, alcune forme di calcio vengono assorbite più facilmente dal nostro corpo rispetto ad altre e il calcio nel latte vaccino (che non viene aggiunto) viene assorbito più facilmente. Quando controllate le alternative a base vegetale, cercate quelle con il carbonato di calcio (CaCO3). Si pensa che il calcio in questa forma sia più facilmente assorbito dall’organismo.
C’è nient’altro?
Sì, il latte di mucca contiene quasi l’intera dose giornaliera raccomandata di iodio, un minerale che è componente essenziale degli ormoni tiroidei e per lo sviluppo della tiroide in età dello sviluppo, consigliato anche per le donne in età fertile in quanto è importante per la crescita del cervello nel feto e lo sviluppo osseo. Le alternative a base vegetale, in media, contengono solo il 2% del livello di iodio presente nel latte di mucca. Alcuni produttori stanno iniziando ad aggiungere iodio, quindi se siete preoccupati di non averne abbastanza da altri cibi attraverso la dieta, vale la pena controllare in etichetta i contenuti di iodio anche delle bevande vegetali.
Dovremmo sostituire quindi il latte di mucca?
In termini di contenuto nutrizionale, è molto difficile battere il latte di mucca. Un consiglio però è quello di scuotere il cartone prima di berlo poiché alcune delle prelibatezze (come il calcio) possono depositarsi sul fondo. Se siete intolleranti o allergici ai latticini, vale la pena considerare quanto segue:
- Il latte di soia è un’ottima alternativa alle proteine del latte di mucca
- Il latte di cocco contiene grassi saturi che sono considerati benefici.
- Se state cercando proteine, non cercatele nel latte di riso, il quale contiene però una dose maggiore di carboidrati se state cercando energia rapida di facile assimilazione e digestione per l’organismo (questo consiglio vale sostanzialmente solo per gli atleti).
- Il latte di avena può aiutare a ridurre il colesterolo LDL “cattivo”
- Il latte di mandorle è una buona alternativa nel complesso al latte di mucca, ma soltanto se si tratta di latte di mandorle puro e con alti quantitativi di mandorle, mentre quelli presenti in commercio sono praticamente degli inganni con contenuti di mandorle che variano dal 2 al 6% al massimo. tutto il resto è acqua e additivi vari, e zucchero aggiunto. Si veda il nostro articolo specifico sul latte di mandorla.
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Mi permetto di far presente che la quasi totalità di questi latti “alternativi” ha raramente più del 2-5% di contenuto di riso / avena / soia / etc, sono spesso addizionati con vitamine di sintesi (quindi con pessima biodisponibilità), zuccheri e altri additivi tutt’altro che consigliati in una dieta sana. A quel punto che senso ha, a meno di un’intolleranza, scegliere queste alternative che costano almeno il doppio?
Salve Simone,
è proprio così. Condivido la sua conclusione. In altri articoli avevo detto la stessa cosa infatti. Grazie del commento, buon weekend!