Nel 2015 l’Antitrust (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) ha decretato una multa di oltre un milione di euro per 4 aziende produttrici di patatine fritte (Si veda il provvedimento qui: https://www.agcm.it/media/comunicati-stampa/2015/2/alias-7466), in quanto avevano apposto delle diciture ingannevoli sulle confezioni, richiamando alla artigianalità del prodotto, alla preparazione contadina e alla preparazione a mano. Tutte affermazioni assurde ovviamente in quanto un prodotto industriale come le patatine in busta non si fa certo a mano eppoi occorrerebbero centinaia di operai per produrle a mano, dato che la produzione di questi prodotti è ingente.
Insomma, secondo voi dopo la multa del 2015 si sono fermati da mettere queste diciture ingannevoli sulle confezioni? Secondo voi l’Antitrust ha preso altri provvedimenti nei loro confronti, ha fatto altre multe?
La risposta è no.
Queste foto che vedete le abbiamo scattate pochi giorni fa in un noto supermercato dell’Emilia-Romagna. Queste aziende continuano a usare questo tipo di marketing e a far credere che il loro prodotto abbia una natura più artigianale rispetto ad altre marche che si trovano al loro fianco nello scaffale. Evidentemente alle aziende conviene economicamente pagare queste multe, rispetto ai profitti che derivano dalla vendita delle buste di patatine in tutti i supermercati d’Italia. Basta aggiustare la dicitura aggiungendo la parolina “stile” e così non prendono più nemmeno la multa…
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