Allevamenti intensivi, distruzione della biodiversità e diffusione di virus e altri agenti patogeni: il legame è strettissimo! Quello che vedete in foto è uno dei nuovissimi, ultramoderni stabilimenti per l’allevamento intensivo di maiali in Cina. Un lager all’interno del quale si allevano i suini ad un ritmo ancora più veloce di quello dei lager a terra. Lo chiamano allevamento verticale. La distribuzione del mangime è automatizzata, non servono tanti lavoratori. I suini sono 1200 per ogni piano. Ogni anno escono da questi condomini 2 milioni di animali pronti per essere macellati. Le scrofe partoriscono più suinetti rispetto all’intensivo tradizionale, e questo intensifica la produzione e riduce i costi di produzione. Un vero e proprio assalto alla salute dell’ambiente e dell’uomo.

Se questo modello di allevamento dovesse rivelarsi vincente, nel senso di garantire  una maggiore produttività a fronte di minori costi di produzione rispetto ai modelli tradizionali di allevamento intensivo, allora probabilmente verrà replicato anche in Europa e negli Stati Uniti. Quello che ci auguriamo è che ciò non avvenga e le persone maturino sempre più il senso critico nei confronti dello sfruttamento animale e dell’alimentazione incentrata su cibi animali e derivati.

? GUARDA TUTTA L’INCHIESTA “Il virus è un boomerang” della giornalista Sabrina Giannini e della trasmissione Indovina Chi Viene A Cena a questo link https://www.raiplay.it/video/2020/03/Indovina-chi-viene-a-cena—Il-virus-e-un-boomerang-7f5b2b93-2b26-4a62-aed8-d312f6461f22.html
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