I canali ufficiali dell’Unione Europea – ma anche le grandi aziende di trasformazione del grano, come i pastifici e le multinazionali italiane della pasta, sempre pronti a difendere i processi industriali e i loro profitti enormi derivanti dall’acquisto di grano estero a basso costo – sostengono che mangiare grano italiano o grano estero sia esattamente la stessa cosa dal punto di vista della salute e della sicurezza alimentare, ma questo è vero? Quali sono le differenza, e le eventuali accortezze che i consumatori devono apprendere, in termini di qualità del prodotto e soprattutto sotto il profilo della salute e dei contaminanti.

Diverse inchieste hanno già dimostrato come quello estero sia generalmente più contaminato dalle micotossine rispetto a quello italiano e ciò rappresenta un rischio per la salute. La presenza di micotossine negli alimenti e nei mangimi può produrre effetti nocivi sulla salute umana e animale che vanno dai semplici disturbi gastrointestinali sino a problemi renali, immunodeficienza e cancro. Dunque si tratta di un pericolo concreto, soprattutto considerando che gli italiani sono grandi consumatori di pasta e di prodotti fatti col grano e li assumono su base quotidiana sin dall’infanzia e per tutta la vita. I quantitativi di micotossine rintracciati nel grano estero sono più che doppi rispetto a quelli che mediamente si possono trovare nel grano italiano.

[I valori di micotossine da analisi di laboratorio su grano estero e italiano. Credit: RAI.]
Perché il grano italiano è più “pulito” e sicuro?

É facilmente dimostrabile che il grano estero sia più contaminato dalle micotossine, per via del fatto che deve affrontare lunghi viaggi in stiva nelle navi cargo, mentre quello italiano viene portato in tempi molto brevi dal luogo di coltivazione ai silos di stoccaggio e non ha tempo di sviluppare muffe e tossine. I lunghi viaggi in mare nelle navi cargo – anche di 30 giorni quando arrivano da Australia o USA, come nel caso del grano duro per fare la pasta appunto – comportano che il grano vada incontro a processi chimici di degradazione e ammuffimento, e questo fa sviluppare appunto le micotossine. Infatti il trasporto in mare non avviene con stive completamente sigillate, ma in vasche contenitive in cui penetrano aria, umidità e batteri. I molti giorni di permanenza in mare, in un ambiente di per sé quindi umido, favoriscono la proliferazione delle micotossine sulla sul grano.

Il grano italiano, al contrario, per via del clima particolare in cui le nostre coltivazioni si inseriscono innanzitutto, soprattutto per quanto riguarda il grano del Sud Italia, si è visto che presenta livelli bassissimi di micotossine, quasi inesistenti, rispetto alle coltivazioni di grano di altri Paesi stranieri da cui importiamo tipicamente questo cereale, come Ucraina, Australia, Stati Uniti d’America o Canada. Ovviamente, va precisato, che anche i livelli più alti di micotossine del grano estero sono comunque al di sotto dei limiti di legge fissati dalle autorità della sicurezza alimentare, di norma. Quando dovessero trovare valori oltre limite il carico di grano viene sequestrato e distrutto, almeno in linea teorica (purtroppo esistono anche le manovre di diluizione, in cui gli importatori di grano mischiano delle partite troppo contaminate con altre partite pulite, al fine di far tornare il valore di tossine al di sotto del limite di legge).

Casi recenti di grano contaminato oltre i limiti di legge

Prendiamo spunto da un fatto di cronaca importante e di cui si è data notizia a Marzo 2018, un episodio sul grano importato in Italia e proveniente dalla Russia, riportato anche su vari quotidiani italiani. Una nave contenente grano estero proveniente dalla Russia è stata fermata al porto di Pozzallo, in Sicilia. Il carico si presentava in condizioni non idonee per l’alimentazione umana e le paratie della nave erano in parte scrostate e arrugginite.

I controlli sul grano estero sono scarsi e poco incisivi

Con 7,65 miliardi di chili di cereali importati dall’estero nel 2016 scoprire che sono stati esaminati solo 25 campioni e che nessuna analisi è stata eseguita per il glifosato, dovrebbe essere motivo di preoccupazione per un Paese che è leader nella qualità e nella sicurezza alimentare. É quanto afferma la Coldiretti in riferimento al piano di controllo sulle micotossine del Ministero della Salute.

[Grano ammuffito e pareti dell’imbarcazione arrugginite. Credit: Meridionews.it.]

Un carico di grano «non adatto nemmeno per l’alimentazione animale». Non usano mezzi termini gli ispettori che hanno bloccato, al porto di Pozzallo, la nave proveniente dalla Russia con cinquemila tonnellate di grano. Estese chiazze di muffa e umido, le parati dell’imbarcazione in alcune parti scrostate e con la ruggine, il grano quasi germogliato. È questa la situazione che si sono trovati davanti gli uomini del nucleo operativo regionale del Corpo forestale per la Sicilia orientale, della sanità marittima assieme agli ispettori del servizio fitosanitario regionale. La Sanità marittima ha adottato un provvedimento di respingimento del carico, mentre il Corpo forestale e gli ispettori fitosanitari hanno eseguito il prelievo di campioni che sono stati trasmessi all’Istituto Zooprofilattico di Palermo per le analisi chimico-fisiche di rito, negando al contempo la certificazione fitosanitaria. Il grano con micotossine era destinato al Mulino Rocca Salva di Pozzallo, il più importante della Sicilia, a cui fanno riferimento gran parte dei pastifici dell’Isola. Nessuna responsabilità viene addebitata ai gestori del mulino che, secondo quanto riferito da chi ha effettuato i controlli, non erano a conoscenza dello stato del carico. Circa un mese prima il Corpo forestale siciliano aveva controllato un’altra nave, proveniente dalla Francia, contenente del grano ma in quell’occasione i risultati delle analisi furono positivi. Stavolta invece il grano di origine kazaka trasportato dalla nave partita da un porto russo è risultato assolutamente inidoneo per l’alimentazione. «Un attentato alla salute dei siciliani», è la durissima definizione data da chi ha bloccato il carico.

Contaminazioni da amianto e metalli pesanti

Oltre al pericolo di contaminazione con micotossine nei lunghi trasporti navali e alla presenza di erbicidi come il Glifosato (grano canadese soprattutto), il grano estero subisce anche altri tipi di contaminazioni molto pericolose, come quella da amianto e altri metalli pesanti tossici documentata dal Corpo Forestale dello Stato. Pertanto possiamo sostenere con una certa certezza che acquistare solo grano o farine locali, prodotti da piccole aziende del vostro territorio, è un criterio di buona spesa e buon comportamento alimentare che tutela la salute di tutti e contribuisce al contempo anche a ridurre l’inquinamento assurdo che oggi si crea col trasporto delle merci in tutto il mondo.

—> Il nostro Servizio di Spesa Guidata FOOD SHOP ASSISTANT può darvi una mano in tal senso; potete trovare maggiori informazioni sul Servizio a questo link: https://ciboserio.it/food-shop-assistant/