Sono ormai numerosi i cibi spacciati per Made in Italy che in realtà vengono prodotti con la materia prima proveniente dall’estero, spesso dall’altra parte del mondo come nel caso della Bresaola della Valtellina IGP, che utilizza carni di bovini Zebù allevati in Brasile, oppure l’Aceto balsamico di Modena IGP che si produce con uve provenienti da Argentina e Grecia e con aceto di vino che proviene da tutto il mondo Cina inclusa. Il lettore attento si starà già chiedendo “ma perché comprano l’uva dall’Argentina se ce l’abbiamo in Italia?”. Beh, la risposta è piuttosto banale: in primis perché quando qui è inverno l’uva non c’è ma in Argentina è estate e l’uva c’è, e in secondo piano perché i flussi di merci commerciali in un mondo ormai basato sulla globalizzazione selvaggia consentono approvvigionamenti a prezzi più bassi di quelli che possono essere presenti sul territorio nazionale (ovviamente il prezzo più basso è spesso sinonimo di qualità inferiore della materia prima).
Quando sentiamo dunque parlare di “Indicazione Geografica Protetta”, nel caso dei prodotti IGP sbandierati come sinonimo di qualità italiana e di eccellenze del territorio, in realtà in molti casi di italiano c’è solo il confezionamento finale o l’ultima fase del processo produttivo come la stagionatura ad esempio (questo non avviene in tutti i casi, ci sono eccezioni con cibi prodotti al 100% in Italia anche tra i prodotti IGP). Come definireste voi un prodotto che si spaccia per tipico della Valtellina oppure di Modena e poi viene fatto con materie prime e processi produttivi di altri Paesi europei o extraeuropei? Noi lo chiamiamo marketing ingannevole. Un altro prodotto IGP che fa grandi richiami al territorio ma in realtà si prepara con grano che proviene dall’estero è la Pasta di Gragnano (alcuni, pochissimi pastifici di Gragnano utilizzano solo grano italiano, ad onor del vero).
E’ bene sottolineare subito un concetto chiave: il marketing ingannevole non è una truffa o una frode in commercio, per cui non bisogna aspettarsi che queste pratiche produttive vengano sanzionate o “risolte” con la legge e dai decisori pubblici, al contrario sono proprio loro che consentono queste pratiche di produzione dei cibi attraverso i regolamenti UE, che possono essere letti e visionati tranquillamente dal sito dell’Unione Europea. Infatti il bollino IGP è un riconoscimento creato dall’Unione Europea (come anche il bollono di prodotto DOP), e rilasciato a numerosi prodotti gastronomici di vari Paesi europei come Italia, Francia, Spagna, ecc.
Un prodotto ingannevole dunque non è sinonimo di illegale, perché tali diciture e claim sulle etichette dei prodotti (come appunto Aceto balsamico di Modena o Pasta di Gragnano) sono invece perfettamente a norma di legge, cioè sono conformi ai regolamenti UE pocanzi menzionati. Il consumatore viene indotto dalla confezione a pensare a qualcosa di tipico del territorio e di italiano, ma la realtà dei fatti sotto l’etichetta è decisamente diversa (Vedi qui il servizio inchiesta di LA7 che spiega la filiera della bresaola della Valtellina).
Nel corso  di spesa consapevole ed educazione alimentare A LEZIONE DI ETICHETTA di Cibo Serio troverai tra le altre cose anche un approfondimento sui regolamenti UE che disciplinano i cibi e prodotti che acquisti ogni giorno al supermercato, oltre a preziosi consigli per non cadere nella trappole del marketing ingannevole. Maggiori informazioni sul corso A LEZIONE DI ETICHETTA qui: https://ciboserio.it/corso-di-formazione-online-a-lezione-di-etichetta-2/