Mangiare carne di agnello per Pasqua? No, grazie!

La strage di agnelli che si compie ogni anno sotto Pasqua è una cosa indecente e alquanto insensata. Non dimenticherò facilmente un avvenimento a cui ho assistito ad Aprile 2014, pochi giorni prima di Pasqua, in una piazzola di un Autogrill della A13 Bologna-Padova, quando vidi assieme a dei colleghi di lavoro 2 tir pieni di agnelli che arrivavano dall’est Europa per essere macellati in Italia. Rinchiusi in gabbie di ferro che belavano terrorizzati dal distacco e dalla lontananza dalla loro “famiglia” e del loro mondo.

Badate bene: gli agnellini che mangiate per Pasqua sono dei cuccioli che hanno al massimo 20 giorni di vita, sono questi che vengono macellati, non gli agnelloni. Sappiamo tutti che gli agnellini appena nati che vengono sottratti alla mamma per essere macellati hanno ancora un bisogno affettivo estremo di stare con la mamma, di bere il suo latte ecc…ma questa usanza sradica completamente questo legame. E non si tratta di dover diventare vegani, si badi bene,  perchè un conto è sostenere di non dover mangiare gli agnellini, un altro conto è invece sostenere che non bisogna mangiare nessun tipo di animale come fanno i vegani indistintamente. I vegani non sembrano in grado di ragionare in termini più ampi di quelli emotivi e impulsivi, altrimenti capirebbero che mangiare un gamberetto o mangiare un uovo non è la stessa cosa che mangiare un agnellino o un maialino, in quanto il gamberetto non essendo un mammifero non ha alcun legame affettivo con la propria mamma dopo essere venuto al mondo…chi provasse a ragionare con la razionalità appunto – e non solo con l’istinto – afferrerebbe la differenza, anche da un punto di vista etico!

Questa tradizione del mangiare agnelli per Pasqua è una vera violenza indiscutibile nei confronti di un mammifero che ha innegabilmente dei bisogni affettivi proprio come ogni altro mammifero.

Il cibo animale fa parte della nostra evoluzione come uomini e come specie, ma ammazzare degli agnelli in massa perchè qualcuno ha stabilito che sia una ricorrenza e una tradizione è squallido e non lo accetto per principio. Per Pasqua posso continuare senz’altro a mangiare lo stesso cibo degli altri giorni dell’anno, oppure preparare qualcosa di diverso come le uova ripiene, ma non serve incentivare il commercio e la macellazione di piccoli agnellini solo per gonfiare le maglie di una “tradizione” alimentare piena di negatività.

L’articolo di oggi ha proprio la volontà di divulgare quella che è a tutti gli effetti l’origine di questa usanza alimentare di mangiare carne di agnello per Pasqua. Ecco qui di seguito le origini della Pasqua e dell’agnello pasquale, vi lascio questa lettura (un pò macabra, purtroppo) e spero che possa servire a molti lettori come spunto di riflessione per capire quanto siamo manipolati e sfruttati come consumatori a tavola, anche quando dietro un piatto apparentemente innocuo ci sono sangue, violenze e stupide tradizioni antiche che non muoiono mai in nome del profitto e del consumismo!

Le origini della Pasqua giudaico-cristiana

Esodo 12, 1-30

Il Signore parlò a Mosè e ad Aaronne nel paese d’Egitto, dicendo: «Questo mese sarà per voi il primo dei mesi: sarà per voi il primo dei mesi dell’anno. Parlate a tutta la comunità d’Israele e dite: “Il decimo giorno di questo mese, ognuno prenda un agnello per famiglia, un agnello per casa; se la casa è troppo poco numerosa per un agnello, se ne prenda uno in comune con il vicino di casa piú prossimo, tenendo conto del numero delle persone. Voi conterete ogni persona secondo quello che può mangiare dell’agnello.
Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, dell’anno; potrete prendere un agnello o un capretto. Lo serberete fino al quattordicesimo giorno di questo mese, e tutta la comunità d’Israele, riunita, lo sacrificherà al tramonto.
Poi si prenda del sangue d’agnello e lo si metta sui due stipiti e sull’architrave della porta delle case dove lo si mangerà.
Se ne mangi la carne in quella notte; la si mangi arrostita al fuoco, con pane azzimo e con erbe amare.
Non mangiatelo poco cotto o lessato nell’acqua, ma sia arrostito al fuoco con la testa, le gambe e le interiora.
Non lasciatene avanzo alcuno fino alla mattina. Quello che sarà rimasto fino alla mattina, bruciatelo con il fuoco.
Mangiatelo in questa maniera: con i vostri fianchi cinti, con i vostri calzari ai piedi e con il vostro bastone in mano; e mangiatelo in fretta: è la Pasqua del Signore.
Quella notte io passerò per il paese d’Egitto, colpirò ogni primogenito nel paese d’Egitto, tanto degli uomini quanto degli animali, e farò giustizia di tutti gli dèi d’Egitto.
Io sono il Signore.
Il sangue vi servirà di segno sulle case dove sarete; quand’io vedrò il sangue, passerò oltre, e non vi sarà piaga su di voi per distruggervi, quando colpirò il paese d’Egitto.
Quel giorno sarà per voi un giorno di commemorazione, e lo celebrerete come una *festa in onore del Signore; lo celebrerete di età in età come una legge perenne. (…..)

(…..) Mosè dunque chiamò tutti gli anziani d’Israele e disse loro: «Andate a procurarvi degli agnelli per le vostre famiglie, e immolate la Pasqua. Poi prendete un mazzetto d’issopo, intingetelo nel sangue che sarà nel catino e con quel sangue spruzzate l’architrave e i due stipiti delle porte. Nessuno di voi varchi la porta di casa sua, fino al mattino.
Infatti, il Signore passerà per colpire gli Egiziani; e, quando vedrà il sangue sull’architrave e sugli stipiti, allora il Signore passerà oltre la porta e non permetterà allo sterminatore di entrare nelle vostre case per colpirvi.
Osservate dunque questo come un’istituzione perenne per voi e per i vostri figli. Quando sarete entrati nel paese che il Signore vi darà, come ha promesso, osservate questo rito. Quando i vostri figli vi diranno: “Che significa per voi questo rito?”
risponderete: “Questo è il sacrificio della Pasqua in onore del Signore, il quale passò oltre le case dei figli d’Israele in Egitto, quando colpí gli Egiziani e salvò le nostre case”». Il popolo s’inchinò e adorò.
Poi i figli d’Israele andarono e fecero cosí; fecero come il Signore aveva ordinato a Mosè e ad Aaronne.
A mezzanotte, il Signore colpí tutti i primogeniti nel paese d’Egitto, dal primogenito del faraone che sedeva sul suo trono al primogenito del carcerato che era in prigione, e tutti i primogeniti del bestiame.
Il faraone si alzò di notte, egli e tutti i suoi servitori e tutti gli Egiziani; e vi fu un grande lamento in Egitto, perché non c’era casa dove non vi fosse un morto.