Periodicamente vengono lanciate sul mercato nuove mode alimentari, per far salire le vendite dell’industria alimentare su particolari settori che sfruttano le strategie di marketing ingannevole frutto di bugie o comunque di mezze verità. Ricordate la moda del sale dell’Himalaya come un sale salutare e ricco di mille benefici? Beh, alla fine dopo tanto clamore finalmente è venuta a galla la verità: si tratta di un sale comune di roccia per nulla differente nella composizione nutrizionale dal comune sale di mare. L’unica differenza è che quello dell’Himalaya ha quel colore rosa che è dato dalla ruggine di ferro. Eh si, avete capito bene, il sale contiene anche ferro fra i vari minerali, ma quando il ferro si ossida si forma la ruggine (tecnicamente in chimica il nome esatto è ossido di ferro), e come potete immaginare questa ruggine non ha alcuna proprietà salutare per il nostro corpo, anzi semmai produce l’effetto del tutto contrario: è nociva!

Altro trend di alcuni anni fa furono le bacche di Goji, che sembravano essere un cibo miracoloso e alla fine si sono rivelate per quello che sono: una bacca piena di pesticidi coltivata in maniera intensiva in Cina ed esportata in tutto il mondo, con meno vitamine e antiossidanti della comune mora e dei mirtilli, Cibo Serio ne ha parlato qui: https://ciboserio.it/il-lato-oscuro-delle-bacche-di-goji/

Negli ultimi anni sono esplosi i trend dei latti vegetali come sostituti più salutari del latte vaccino, con aberranti inganni come il latte di mandorle con appena il 2% di mandorle e poi zucchero, aromi, additivi aggiunti e tanta acqua! Date un’occhiata a questo prodotto che abbiamo trovato al supermercato, se non vi tornano i conti.

E adesso arriverà anche il latte di patate, che il marketing dipingerà come l’alternativa più sana e sostenibile per l’ambiente contro il latte di mucca. Ma anche questa volta sarà solo una fregatura a cui molti abboccheranno. Una azienda svedese lo ha già prodotto e lanciato sul mercato in Svezia e nel Regno Unito, presto arriverà anche in Italia e in tutti gli altri mercati del mondo occidentale. Perché diciamo che sarà una fregatura? Beh, è abbastanza semplice capirlo se ci si sforza di approfondire la questione.

Il “latte” di patate è la creazione di Eva Tornberg, professoressa e ricercatrice presso l’Università di Lund. Nel 2017 ha trovato il modo per trasformare delle normalissime patate in un drink vegetale. Il “latte” è ottenuto mischiando le patate con olio di colza. Riscaldando la mistura in uno specifico modo è possibile ottenere un “latte” particolarmente cremoso. La bevanda è stata commercializza in una formula che contiene anche proteine ​​di piselli, maltodestrine (zuccheri), fibra di cicoria e aromi naturali oltre all’aggiunta di vitamine D, B12 e acido folico.

L’illusione di un prodotto salutare e sostenibile

Ovviamente il marketing di questo prodotto punterà tutto sul fatto che il latte di patate, rispetto ad altre bevande a base vegetale e al latte di mucca, è adatto a una gamma più ampia di persone perché non contiene i più comuni e diffusi allergeni alimentari, come la soia (latte di soia), la frutta a guscio (latte di mandorle o noci), il glutine (latte di avena) e il lattosio (latte di mucca). Riguardo la maggiore sostenibilità ambientale si dirà che rispetto ad altre coltivazioni come la soia e l’avena le coltivazioni di patate richiedono meno acqua e meno ettari di terra per la stessa resa. Potrebbe essere vero, ma va messo nel conto poi anche tutto ciò che viene aggiunto nella produzione di questa bevanda, ad esempio l’olio di colza o gli aromi. Che impatto ambientale hanno queste aggiunte?

Ma attenzione, ecco qua la vera fregatura: il contenuto reale di patate è talmente esiguo nel prodotto che bisogna “arricchirlo” con proteine derivanti da altra fonte (piselli), zuccheri e aromi in quanto il sapore senza di essi sarebbe quello di acqua sporca, e infine anche di vitamine perché è evidente che tale bevanda di vitamine non ne può contenere dato che le patate sono solo il 6% circa del totale prodotto. E non dimentichiamo il fatto che le patate sono naturalmente a basso contenuto di grassi, pertanto il latte di patate avrebbe una consistenza più simile all’acqua. Questo è il motivo per cui ad esso viene aggiunto del grasso extra, in questo caso si è usato l’olio di colza (parliamo della versione uscita sul mercato in Svezia e Regno Unito).

E’ abbastanza chiaro che si tratta di una trovata di marketing che della patata ha ben poco? Tantomeno può essere considerata una alternativa al latte di mucca dal momento che non ha assolutamente nulla di simile a livello di nutrienti. E’ chiaro anche che questa bevanda è per circa il 90% acqua con aggiunte di additivi e insaporitori vari? Speriamo che sia chiaro, così quando arriverà sul mercato anche in Italia potremo farci una sana e consapevole risata e magari continuare a comprare semplicemente delle buone patate per ottenere i veri benefici e i veri nutrienti di questo prezioso alimento.

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